Alle iscritte e agli iscritti del PD Comunale di Pistoia
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Care Democratiche e cari Democratici,
come ho avuto modo di dire spesso nelle Relazioni degli ultimi mesi all’Assemblea Comunale, ciò che sta accadendo nel mondo fa sembrare i nostri impegni locali minuscoli come non mai.
Mi rendo conto che un contesto internazionale di questo tipo non possa che creare discussione, dibattito, incertezze. Anche timore, anche delusioni.
In queste ore ho appreso della scelta di Daniela Belliti di lasciare il Partito Democratico: ho voluto chiamarla per assicurarmi che ci siano margini per questa ferita, e presto le risponderò politicamente alla lettera densa che mi ha scritto.
Per questo, ciò che scriverò di seguito, non riguarda tanto lei, che dalla propria ha una storia politica cui dover rendere conto, che rispetto, e che merita valutazioni puntuali e i tempi che sceglierà.
A tutti gli iscritti e le iscritte, piuttosto, sento di fare alcune considerazioni su quanto sta avvenendo.
Non lo nego: ho anche io dubbi sull’aumento al 2% delle spese militari, pensando che la Pace si debba costruire essenzialmente con azioni di Pace.
Rischia però di diventare una stucchevole retorica quella che legge il contesto attuale come un videogioco in cui si possa, semplicemente, staccare la corrente della lotta e degli assalti. E dunque, pur con la medesima delusione che tutti abbiamo, comprendo bene la posizione di chi mi sveglia e mi ricorda che, nel frattempo, in Ucraina muoiono le persone e gli artisti e le artiste chiedono un’arma da impugnare per difendersi. “Non mi serve un passaggio per scappare, mi servono munizioni”, diceva Zelensky settimane fa, e a ricordarlo era la stessa Daniela in un post in cui ne esaltava la grande dignità.
E, dopo le recentissime immagini che vengono da Bucha – un autentico massacro a sangue freddo – è davvero complicato immaginare vie alternative.
Se parliamo di Valori, ne aggiungo uno io alla lista, e lo faccio seguendo il Segretario Enrico Letta nella sua lettera a Santoro: per noi un valore è la Resistenza. Tra poco si celebrerà il 25 Aprile, e lo faremo come ogni anno nella memoria di chi ha usato le armi – e spesso fornite da altri – per combattere un invasore. La nostra Resistenza non è stata sempre pacifica, ma è stata necessaria.
Anche in passato il centrosinistra ha tenuto posizioni ben più dure di questa, come quando il Presidente del Consiglio Massimo D’Alema dette il via libera ai bombardamenti in Kosovo: se ogni scenario va letto nella propria peculiarità e le convinzioni di Pace restano, occorre rispondere sempre allo stesso modo.
Perché un altro valore, per noi, è la lealtà (che non vuol dire cieca fedeltà) a un Partito che ha probabilmente molti difetti, ma che è democratico e se ne può arrivare a cambiare la linea con la presenza e la politica. Perché io resto convinto che la diversità, anche profonda, di visioni, si possa esprimere in un partito ampio e di Governo come il PD.
Vorrei però chiarire un elemento che credo fondamentale, e non sfugga ai più.
Oggi, nella nostra città, siamo di fronte a una delle partite più importanti che il centrosinistra pistoiese si sia trovato di fronte. Non è un favore che si fa a Walter Tripi o a Federica Fratoni, quello di stare in squadra. Lo si fa a Pistoia.
Nell’ultimo anno ho lavorato con forza ad avere un Partito trasparente e che si confrontasse nella chiarezza delle posizioni, dedicando tempo alla ricostruzione di alcune buone abitudini che sembravano disperse, per responsabilità trasversali. Ho cercato di farlo, e sto ancora cercando di farlo, con l’aiuto di tutti e tutte. E sto cercando di farlo confrontandomi con chi ha esperienza e al contempo ricominciando ad avvicinare figure nuove e in gamba: la classe dirigente non si rinnova con una bacchetta magica, ma con il lavoro nel tempo, la volontà di farlo e l’annullamento della supponenza o dei buoni consigli dati solo dall’altare di Facebook.
E magari, solo quando del PD si può parlare male, spiegando agli altri ciò che non si è mai riusciti a fare. Abbiamo bisogno di chi ci dà una mano, al nostro fianco, non di chi ci insegna la vita.
Se c’è una cosa che in questi mesi da Segretario mi ha fatto alzare la voce, è stato quando da qualcuno di esterno è stata messa in dubbio la nostra Comunità, fatta di donne e uomini che ancora si impegnano giorno e notte, si confrontano, e costruiscono. E che resta al netto dei Segretari e delle linee politiche. Finché toccherà a me svolgere questo ruolo, respingerò al mittente ogni ricostruzione diversa da questa.
Per questo, sarà mia cura, come sempre fatto in questi mesi, creare tutti gli spazi di discussione necessari per affrontare questa fase nazionale e internazionale che ancora una volta pone il nostro Partito nella difficile situazione di trovare l’equilibrio tra ciò che è giusto e ciò che è anche necessario. A partire da un incontro aperto a iscritti ed iscritte.
Al Segretario Letta, chiedo maggiore presenza e puntualità nel condividere, veicolare, spiegare le posizioni del nostro Partito.
Gli chiedo di lavorare per la Pace, e di contribuire a costruirla. Ma gli chiedo anche di evitare, come sta facendo, ogni tipo di retorica ipocrisia su ciò che una Resistenza richiede, ed ha sempre richiesto.
Agli iscritti e alle iscritte non chiedo di pensarla a tutti i costi come me: chiedo di confrontarsi, sfruttando i luoghi del Partito. Ma chiedo anche di esserci, nei prossimi due mesi. Nelle modalità che vorranno, ma esserci e dare una mano, perché disimpegnarsi vuol dire aiutare la destra.
Farlo, è una consapevole scelta che non contribuirà comunque alla Pace, e tantomeno farà del bene alla comunità pistoiese.
Il Segretario dell’Unione Comunale PD di Pistoia
Walter Tripi