- A primavera 2017 ci saranno le elezioni amministrative per i due nuovi Comuni (Abetone-Cutigliano e San Marcello-Piteglio). Crede che il Partito democratico, dopo questi ultimi anni di “governo” nei quattro Comuni, abbia buone prospettive di riconfermarsi nei nuovi Comuni?
Credo che il Partito Democratico abbia tutte le carte in regola per poter proseguire il buon governo che è riuscito ad esprimere in buona parte delle amministrazioni locali, comprese quelle della Montagna Pistoiese.
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- Un giudizio sugli ultimi anni di amministrazione Pd in montagna.
I territori montani, come quelli insulari e collinari, soffrono oggi la marginalità territoriale e fenomeni di invecchiamento della popolazione e impoverimento del tessuto sociale, che sono ormai diventati strutturali. Il PD con risorse sempre più esigue e l’incremento delle richieste da parte dei cittadini ha cercato di dare risposte, consapevole che la sfida sta nel ridisegnare un modello di sviluppo e di società.
- Il Pd si presenterà da solo o potrebbe cercare della coalizioni?
Il PD oggi ha il compito di avviare un percorso programmatico che gli permetta di stabilire come sarà la montagna da qui ai prossimi venti anni, anche alla luce delle recenti modifiche istituzionali. Penso sia necessario fare questo ragionamento interno, poi valutare le convergenze, anche sulla base delle esperienze nei vari Comuni che sono ragionevolmente diversificate.
- Per la scelta dei candidati sindaci, secondo te, sarebbe giusto tenere anche per i Comuni montani le primarie? Perché, visto che sarebbe la prima volta?
Le primarie sono uno strumento, importantissimo, che spesso ha permesso di selezionare la migliore classe dirigente. Oggi però è bene definire come si immagina il futuro di questo territorio, per dare una prospettiva ai giovani, per attirare investimenti. Soltanto dopo le unioni comunali decideranno come selezionare la figura che darà gambe a questi progetti.
- Pensa che gli attuali sindaci (Danti, Braccesi, Marmo e Cormio) possano tornare in campo?
Tutti gli attuali sindaci della montagna p.se sono persone valide e che stimo. Si tratta di un patrimonio di amministratori importante da cui sicuramente ripartiremo, ma nel nuovo contesto è importante dare primaria importanza al progetto, la scelta delle persone verrà di conseguenza.
- Di cosa avrebbe bisogno la Montagna pistoiese ? Temi prioritari?
La montagna p.se all’inizio degli anni ’70 era il quarto polo industriale della Toscana, soprattutto con la presenza a Campo Tizzoro della SMI e non solo. Oggi quel mondo non esiste più e dobbiamo saper valorizzare le ricchezze insite di questo territorio straordinario: penso al legno e alle migliaia di ettari di bosco, penso alle fonti rinnovabili, penso alla necessità di infrastrutture materiali e immateriali, che permettano di far insediare realtà industriali ad elevata tecnologia. Penso al turismo: quello bianco con una maggiore integrazione tra gli attori principali e con i nostri vicini dell’Emilia, ed a quello verde che si apra sempre più al trekking e alle specialità culinarie dei nostri borghi. Chiaramente importante il tema della sanità, che si inserisce in un ragionamento toscano sui servizi alle aree marginali su cui occorre discutere.
- Il Pd provinciale come vede le fusioni a due e, in futuro, l’eventuale fusione di tutti e quattro gli attuali Comuni della Montagna pistoiese?
Le fusioni sono un passaggio essenziale per fare le cose che dicevo. Per sviluppare un progetto di lungo respiro abbiamo bisogno di ottimizzare le nostre risorse, non solo economiche, ma umane che lavorano nelle pubbliche amministrazioni. Il passaggio a due credo serva per preparare il campo verso l’obiettivo definitivo che, come sostengo da anni, dovrà essere quello di un unico Comune della Montagna Pistoiese.