Lunedì, durante l’ultima seduta del Consiglio comunale, è stata affrontata la modifica del regolamento per l’uso delle sale comunali, una questione centrale per garantire accessibilità e trasparenza a tutti i cittadini. Quello che è emerso, tuttavia, va ben oltre le preoccupazioni di chi, come il gruppo consiliare Pd, con responsabilità ha espresso voto contrario.
Con l’approvazione del nuovo regolamento, infatti, le Sale affrescate – spazi di grande valore storico e simbolico – saranno destinate a ospitare la Casa di Babbo Natale e i cittadini, per tutto il periodo natalizio, potranno accedervi solo pagando un biglietto. La decisione di commercializzare spazi istituzionali, oltre a rappresentare un caso più unico che raro, crea una barriera economica inaccettabile per entrare nella “casa di tutti”, la Casa comunale.
Le modifiche al regolamento delle Sale affrescate, approvate in fretta e furia a ridosso del periodo natalizio, sollevano forti dubbi sulla trasparenza e sui veri obiettivi dell’amministrazione. Appaiono più che altro come un tentativo di coprire le irregolarità nella gestione degli spazi pubblici avvenute lo scorso anno con l’evento della Casa di Babbo Natale. All’epoca, la concessione delle Sale affrescate fu fatta senza un regolamento aggiornato che legittimasse in modo chiaro l’uso di quegli spazi per eventi a pagamento. Ora, con queste modifiche, l’amministrazione sembra voler intervenire sulla gestione che all’epoca mancava di trasparenza.
L’attuale regolamento introduce una deroga limitata al periodo natalizio, permettendo l’uso delle Sale affrescate per eventi legati alla valorizzazione della città. Tuttavia, l’idea di utilizzare uno spazio così simbolico e istituzionale per un evento come la Casa di Babbo Natale è profondamente discutibile. Il Comune dispone di molti altri luoghi che sarebbero più adatti a un evento di natura commerciale e ludica. Le Sale affrescate dovrebbero rimanere destinate ad attività che promuovono il patrimonio culturale, non a manifestazioni che trasformano un bene pubblico in uno spazio a pagamento, accessibile solo a chi può permetterselo.
Il regolamento, inoltre, introduce criteri vaghi come il riferimento al “prestigio per la città” per giustificare la concessione di spazi pubblici, senza fornire principi oggettivi. Questo lascia un ampio margine di discrezionalità, con il rischio di trasformare spazi istituzionali in luoghi commerciali, a seconda delle interpretazioni di chi governa. Menichelli ha dichiarato che Palazzo di Giano sarà il cuore delle attività culturali, sociali e istituzionali della città; tuttavia le sue parole sembrano in contraddizione con le decisioni prese. Consentire l’utilizzo delle Sale Affrescate per eventi commerciali va esattamente nella direzione opposta, rischiando di snaturare la funzione di questi spazi e favorendo logiche di mercato.
La scelta di monetizzare questi spazi storici solleva seri dubbi sull’impegno dell’Amministrazione a tutela del patrimonio comune. Durante il dibattito in Consiglio comunale, il sindaco e l’assessora Menichelli hanno scelto di non fornire risposte alle critiche sollevate e hanno affidato ai tecnici il compito di giustificare queste decisioni, dimostrando ancora una volta mancanza di trasparenza e tentando di eludere le responsabilità politiche.
Neanche il tentativo dell’assessora Semplici, intervenuta in Commissione consiliare per difendere un regolamento impopolare, è riuscito a giustificare una scelta che presenta lacune evidenti e apre scenari preoccupanti per il futuro. Il regolamento, infatti, permette alla Giunta di disporre delle sale affrescate per eventi non istituzionali “di rilievo per la Giunta”, un criterio che non garantisce né trasparenza né oggettività. C’è il rischio che queste disposizioni possano permettere in futuro anche eventi privati, allontanando i cittadini da uno spazio che è sempre stato e dovrebbe restare loro.
C’è un ultimo aspetto che il gruppo PD tiene a evidenziare: affidare per l’ennesima volta una manifestazione simile a terzi è un’ulteriore dimostrazione del fatto che questa sia un’Amministrazione senza idee per la città.
La giunta continua a dimostrare che la gestione del patrimonio pubblico viene subordinata a interessi particolari, invece di garantire un uso equo e trasparente degli spazi cittadini. Il rischio è che questa ennesima riprova della visione miope che la contraddistingue possa compromettere gli spazi storici e istituzionali della nostra città, che dovrebbero restare patrimonio di tutti e non un privilegio per pochi.