Le dichiarazioni di Alessandro Pansa, amministratore delegato di Finmeccanica, riguardo le prospettive di AnsaldoBreda rese in Commissione Attività Produttive della Camera dei Deputati, contribuiscono a confondere un dibattito già difficilmente comprensibile.
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Se alcune delle questioni sollevate sono condivisibili- come i problemi legati alle dimensioni ridotte di AnsaldoBreda rispetto ai maggiori competitori internazionali nel settore trasporti- Pansa, però, con le sue dichiarazioni sembra dimenticare il grande patrimonio di competenze e qualità del gruppo che opera oltretutto su un mercato in espansione a livello mondiale. Inoltre riteniamo non sia sufficente elencare le criticità di AB, arrivando addirittura a parlare di “nanismo industriale”, senza allora citare quel “nanismo manageriale” che ha caratterizzato i vertici dell’azienda negli anni passati, come se le condizioni di adesso non fossero anche la conseguenza della passata incapacità di assumere le opportune scelte strategiche.
Appare comunque ormai improrogabile e indispensabile assumere una scelta finalmente risolutiva. Scelta che, lo ricordiamo, deve essere definita entro pochi mesi per permettere all’azienda di aggiudicarsi commesse decisive per evitare che tra poco più di due anni, quando le attuali fabbricazioni saranno terminate, la produzione si fermi.
E’ necessario, quindi, che la discussione intorno al futuro di AnsaldoBreda acquisisca quella chiarezza che ancora oggi stenta a vedersi.
Le parole di Pansa circa la necessità che si trovi per AB “un collocamento più adeguato rispetto a quello che ha oggi nel gruppo Finmeccanica” rendono ancora non chiare fino in fondo le intenzioni della holding.
Stesse considerazioni valgono per il Governo che ha parlato, negli ultimi mesi con più voci fra loro contraddittorie , spingendoci a chiedere, una volta per tutte, che chiarisca la sua posizione in modo autorevole e definitivo. Infatti, siamo convinti che il Governo non debba rinunciare ad assumersi la responsabilità delle scelte su AnsaldoBreda, perchè il destino dell’azienda non riguarda solo i lavoratori e l’indotto di Pistoia piuttosto che di Napoli, Palermo o Reggio Calabria ma l’intero paese. Le scelte su AB devono essere assunte in base a come immaginiamo la politica industriale per l’Italia in un settore strategico e in espansione come quello dei trasporti.
In quest’ottica è dunque sicuramente positivo che il Governo abbia convocato, entro la fine di gennaio, un tavolo di discussione con sindacati e Finmeccanica.
Marco Niccolai, segretario provinciale PD Pistoia
Simone Fragai, responsabile provinciale Economia PD Pistoia
Alessandro Giovannelli, segretario comunale PD Pistoia