Nel dibattito sul rendiconto 2024, che ieri ha aperto la seduta del Consiglio comunale, non possiamo limitarci a guardare i numeri in equilibrio e dire che va tutto bene. La domanda che dobbiamo porci è un’altra: come sta davvero il nostro territorio?

Il Comune chiude con un avanzo di amministrazione di oltre 7 milioni di euro. Ma questo avanzo, per il secondo anno consecutivo, non è frutto di nuove politiche o economie straordinarie: è in larga parte il risultato di ciò che non si è riusciti a fare. Di opere programmate e poi rinviate, di servizi sottofinanziati, di interventi strutturali ancora assenti.

Mancano progetti esecutivi, manca personale, manca capacità attuativa.

Abbiamo segnalato come sempre più dipendenti stiano scegliendo di lasciare il Comune, spesso per trasferirsi in altri enti. Non si tratta solo di pensionamenti, ma anche di mobilità volontaria. Questo impoverimento si riflette sulla macchina comunale e sulla sua capacità di risposta. La conseguenza? Investimenti bloccati o rallentati, opere pubbliche rimandate, territorio trascurato.

Il caso San Lorenzo è emblematico: finanziato, annunciato, ma ancora fermo, con dubbi sulle tempistiche e sul rispetto delle scadenze. L’Amministrazione si chiude nel silenzio, ma qui non servono silenzi: serve una riorganizzazione vera dei lavori pubblici e dei servizi tecnici.

A fronte di circa 8 milioni di euro rinviati al 2025 tramite il Fondo Pluriennale Vincolato, restano fuori interventi fondamentali: manutenzioni stradali, cura delle frane, piccole opere nelle frazioni, riqualificazioni. Il tutto mentre il territorio continua a chiedere attenzione concreta e costante.

E non possiamo ignorare le cifre ancora insufficienti sulla cultura, sul turismo e sullo sviluppo economico. Sono settori strategici per una città come Pistoia: investire in cultura oggi significa generare economia domani. Eppure le risorse rimangono marginali, e manca una vera progettualità culturale e turistica.

Un bilancio può anche essere formalmente corretto, ma se non produce risultati reali sul territorio, non risponde alla sua funzione più importante: migliorare la qualità della vita dei cittadini. Il Comune sta in piedi ma il territorio sta fermo. E questo, oggi, è il vero nodo politico da affrontare.