Il ritorno del nucleare in Italia, voluto da questo Governo, tra i vari problemi che comporta vede anche quello del luogo dove depositare le scorie. La legge prevede un deposito nazionale e la Sogin, la società statale che deve curare questo aspetto, ha presentato al Governo uno studio su 52 possibili siti. Tra questi, dicono le indiscrezioni, anche uno in Valdinievole. Caterina Bini e Gianfranco Venturi, hanno presentato un’interrogazione al Presidente della Giunta, di seguito il comunicato e il testo integrale.
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“No alle scorie nucleari in Valdinievole”. Lo ribadiscono, con un’interrogazione urgente alla giunta toscana, due consiglieri regionali del Pd, Caterina Bini e Gianfranco Venturi. A due mesi dalle indiscrezioni di stampa circa l’elenco dei 52 siti nazionali, predisposto dalla Sogin Spa per il Governo, “adatti ad accogliere il deposito nazionale dei residui nucleari”, e tra cui figurava due possibilità toscane: una in Maremma e l’altra, appunto, nella zona tra il Montalbano e il Padule di Fucecchio in Valdinievole. «Dopo tanto tempo – spiega Caterina Bini – l’elenco dei siti per il deposito nazionale delle scorie nucleari non è stato ancora reso pubblico e siamo molto preoccupati, anche perché il Governo non ha ancora coinvolto le Regioni e gli enti locali e la legge prevede che, in mancanza di un accordo, il Consiglio dei ministri possa decidere autonomamente e coattivamente dove collocare il deposito. Non ne facciamo – prosegue Bini – una questione di localismo: pensiamo che il ritorno al nucleare sia una scelta sbagliata, antistorica, e altamente rischiosa per l’ambiente e la salute. In ogni caso – conclude la consigliera – la Regione farà sentire forte la sua voce contro ogni ipotesi di coinvolgimento del suo territorio».
«Il presidente Rossi – aggiunge Gianfranco Venturi – ha già espresso pubblicamente la sua contrarietà e quella della Regione. Ora, con questa interrogazione, vorremmo capire a che punto è la situazione rispetto all’elenco dei siti per il deposito delle scorie, quali atti formali sono stati prodotti e coinvolgere anche il Consiglio regionale in questa delicata discussione».