di Antonella Cotti, portavoce provinciale delle Donne Democratiche

Le Donne Democratiche di Pistoia esprimono sostegno e vicinanza alla comunità LGBTQIA+ e rivendicano insieme a loro: la cultura del rispetto, il riconoscimento del pluralismo delle famiglie, gli stessi diritti di accesso alla genitorialità delle coppie eterosessuali, la parificazione dell’istituto delle unioni civili al matrimonio, la garanzia dei diritti ai figli e figlie delle coppie omogenitoriali.

Questa giornata fu istituita dalle Nazioni Unite e dall’Unione Europea per ricordare la data in cui l’Organizzazione Mondiale della Sanità rimosse l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali; terminarono così trattamenti medici e psichiatrici per curare l’omosessualità. Una terapia farmacologica “riparativa” che a oggi viene auspicata da alcune associazioni pro-vita e da una parte della destra, una destra che pur affermando cose generiche (“non ho niente contro gli omosessuali, anzi, ho anche amici”), quando è al governo della città dichiara di non volere mai più aderire alla rete READY dalla quale è stata cancellata, rinunciando così ad uno strumento educativo di sensibilizzazione per favorire una comunità più inclusiva e combattere le discriminazioni.

Pistoia era un partner della rete nazionale dal 2012, ma già dopo pochi mesi dal suo insediamento al governo della città, inviò una lettera di recesso dall’accordo con la Regione Toscana, che dal 2015 coordina le attività delle pubbliche amministrazioni per la realizzazione di interventi volti alla tutela delle persone LGBTQIA+, alla diffusione di una cultura del rispetto per ogni diversità.

Oggi, anno 2024, questa amministrazione è uscita definitivamente dalla rete Ready nazionale. L’adesione a questa piattaforma è sicuramente un modo di fare rete per una giusta causa, alla quale invece la Provincia di Pistoia aderisce. Evidentemente questa amministrazione ha tutelato l’ideologia del proprio partito e non il pensiero di molti cittadini e cittadine e della comunità gay di Pistoia.